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Vivere Milano

Mobilità sostenibile a Milano: la città è vicina ai suoi obiettivi

  • Ottobre 9, 2023
  • 4 min read
Mobilità sostenibile a Milano: la città è vicina ai suoi obiettivi

Il termine delle limitazioni al movimento dovute alla pandemia ha causato un aumento delle emissioni inquinanti derivanti dalla circolazione dei veicoli motorizzati in molte aree. Questo è ciò che si deduce dal rapporto MobilitAria 2023, il quale evidenzia un mancato rispetto degli obiettivi sostenibili da parte delle 14 città italiane principali, mostrando i loro ritardi rispetto ai traguardi fissati a livello europeo. Questi dati suggeriscono la necessità di un’immediata e profonda revisione della direzione presa.

Il recente studio dell’Istituto del Cnr sul degrado dell’aria, elaborato in partenariato con il Kyoto Club, indica che nel 2022 la macchina è rimasta il principale mezzo di trasporto urbano, anche se non ha toccato i picchi del 2019.

Le concentrazioni di biossido di azoto

Le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) hanno mostrato un aumento in quasi tutti i centri urbani rispetto al 2021. Sebbene la media annuale di PM10 rispetti i limiti stabiliti, le variazioni regionali sono evidenti: mentre in cinque città meridionali si è registrato un calo nelle concentrazioni misurate dalle stazioni di traffico, sei metropoli settentrionali hanno evidenziato un aumento. Al contrario, Napoli e Roma sono rimaste invariate.

Questi dati non rappresentano una sorpresa, ma piuttosto una riconferma: la ricerca enfatizza l’impatto notevole dei mezzi di trasporto nelle emissioni di gas serra. Questa evidenza sottolinea ulteriormente l’importanza di continuare a promuovere una mobilità più ecologica.

Milano si come la città più vicina agli obiettivi di sostenibilità prefissati

Il Rapporto 2023 ha introdotto un nuovo indice che misura la discrepanza delle 14 principali città italiane rispetto ai loro obiettivi di decarbonizzazione e vivibilità urbana entro il 2030, tenendo conto della situazione attuale e delle azioni in atto.

L’analisi considera cinque indicatori principali per ciascuna città: uso dei mezzi di trasporto pubblico, movimento a piedi e in bicicletta, sistemi di mobilità condivisa, grado di motorizzazione e distribuzione dei modi di trasporto. Da questi fattori, si ricava un valore specifico per ogni città che indica il “Deficit di mobilità sostenibile” rispetto al 2030.

Milano si pone in cima alla lista come la città più vicina ai suoi obiettivi con un deficit del 32%, sebbene ciò rappresenti comunque una sfida. Al contrario, Catania ha il maggiore divario, con un ritardo del 76%.

Nel contesto delle strategie adottate, Milano è stata apprezzata per le sue iniziative riguardanti la mobilità condivisa (campo in cui Catania presenta un enorme deficit del 99%), la distribuzione dei mezzi di trasporto e l’uso del trasporto pubblico. Tuttavia, la città lombarda ha ancora margini di miglioramento per quanto riguarda la motorizzazione individuale e i mezzi di trasporto attivi come camminare e andare in bicicletta.

La mobilità sostenibile nelle altre città italiane

Le città del Centro-Nord Italia sono in una posizione migliore nella classifica. Dopo Milano, Firenze segue con un deficit del 47%, ed è seguita da Venezia al 51%. Poi abbiamo Bologna, Roma e Torino. Napoli occupa la settima posizione, seguita da Cagliari, Genova e Messina. Bari, Palermo, Reggio Calabria e, come menzionato in precedenza, Catania occupano le ultime posizioni.

Marco Talluri, membro del gruppo di lavoro Mobilità sostenibile del Kyoto Club, sottolinea: “Le discrepanze nel Deficit di Mobilità Sostenibile al 2030 tra le 14 città sono chiare. I Pums (Piani urbani per la mobilità sostenibile) e la loro realizzazione rappresentano per le amministrazioni locali un’efficace leva per incentivare la mobilità ecologica”.

Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, mette l’accento sull’attuale situazione critica in Emilia-Romagna, enfatizzando la necessità di “agire rapidamente per contrastare la crisi climatica in corso. La crescente incidenza di eventi climatici estremi in Italia evidenzia l’urgenza di una transizione energetica verso emissioni nulle, mettendo in pratica i Pums e i piani di adattamento”. Egli inoltre osserva che tale imperativo “è in netto contrasto con le posizioni dei governatori delle regioni del Nord”, che cercano di influenzare Bruxelles contro la nuova direttiva sulla qualità dell’aria, “mantenendo l’Italia in coda in Europa per quanto riguarda la protezione della salute e dell’ambiente”.

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Massimo Chioni