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Vivere Milano

Leonardo da Vincia a Milano

  • Aprile 4, 2024
  • 4 min read
Leonardo da Vincia a Milano

Leonardo da Vinci è un nome che riecheggia attraverso i secoli come simbolo di genio universale. Artista, scienziato, ingegnere e visionario, Leonardo ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità, una traccia che a Milano trova alcune delle sue espressioni più significative. Giunto nella città lombarda nel 1482, sotto il patrocinio di Ludovico il Moro, Leonardo si è immerso in una fase creativa straordinariamente produttiva, dando vita a capolavori che ancora oggi ammiriamo e studiamo. Tra questi, l’immortale Ultima Cena, affrescata nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, rappresenta uno degli apici dell’arte rinascimentale, testimonianza del suo ingegno non solo artistico ma anche tecnico. Leonardo, infatti, non si limitò alla pittura: le sue ricerche e invenzioni spaziavano dall’ingegneria alla botanica, dalla musica alla matematica, dimostrando un’insaziabile curiosità e una profonda comprensione dei più disparati campi del sapere. Milano, con le sue risorse e i suoi stimoli, divenne così non solo testimone ma anche complice delle avventure intellettuali di Leonardo, offrendogli l’ambiente ideale per esplorare e realizzare le sue visioni. Oggi, la città onora la sua memoria con musei, mostre e studi che celebrano il suo lascito, rendendo vivido il ricordo di un uomo che ha saputo guardare oltre il suo tempo.

Gli anni milanesi di Leonardo da Vinci: una dimora per un genio inquieto

La storia di Leonardo da Vinci a Milano inizia nel 1482, quando, spinto dalla ricerca di nuove opportunità, lascia la nativa Firenze per la corte di Ludovico il Moro, signore della città. In questa fase della sua vita, Leonardo si presenta non solo come artista, ma anche come ingegnere e inventore, attirando l’attenzione della corte con le sue idee innovative e il suo spirito indagatore. La varietà dei suoi interessi si riflette nell’ecletticità dei progetti che intraprende: dal disegno di macchine belliche alla pianificazione di sistemi idraulici, dalla creazione di scenografie teatrali all’organizzazione di feste corte.

Tra le commissioni più significative ricevute durante il suo soggiorno milanese, spiccano la realizzazione del Cenacolo, capolavoro indiscusso dell’arte rinascimentale, e l’ambizioso, seppur mai completato, progetto della statua equestre del Cavallo dello Sforza, destinata a celebrare la grandezza della famiglia Sforza. Questi lavori non solo testimoniano l’abilità artistica di Leonardo ma anche la sua capacità di innovare e sperimentare con nuove tecniche e materiali.

Il suo interesse per le scienze e la tecnologia trova terreno fertile a Milano, dove Leonardo studia anatomia dissezionando cadaveri, esplora le leggi della fisica e della meccanica, e annota osservazioni e teorie in una serie di codici, tra cui il famoso Codice Atlantico. Questi anni sono contraddistinti da una feconda interazione tra arte e scienza, che consente a Leonardo di approfondire studi sul volo, sulla botanica, sull’acustica e sulla luce, temi che influenzeranno profondamente il suo lavoro artistico e tecnico.

L’esperienza milanese si rivela dunque cruciale per la formazione e l’evoluzione di Leonardo da Vinci, permettendogli di esprimere il suo genio in una vasta gamma di campi e di lasciare un’impronta indelebile sulla città che lo ha ospitato.

Capolavori di Leonardo da Vinci a Milano: il Cenacolo e la Dama con l’ermellino

Il Cenacolo, affrescato da Leonardo da Vinci nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, rappresenta uno dei vertici dell’arte rinascimentale, conosciuto in tutto il mondo per la sua profondità emotiva e per le innovazioni tecniche introdotte dall’artista. L’opera, realizzata tra il 1495 e il 1498, illustra il momento della cena in cui Gesù annuncia il tradimento di uno degli apostoli, catturando con maestria le diverse reazioni dei presenti. La tecnica sperimentale usata da Leonardo, che cercava una maggiore luminosità e dettaglio rispetto alla tradizionale affrescatura, ha purtroppo contribuito alla sua rapida deteriorazione, nonostante ciò, l’affresco rimane una testimonianza cruciale del genio leonardesco.

La Dama con l’ermellino, un altro capolavoro leonardesco conservato oggi al Museo Czartoryski di Cracovia, è stato dipinto intorno al 1489-1490 e ritrae Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro. Questo ritratto è celebre per la rappresentazione innovativa del soggetto, per il realismo e la cura dei dettagli, e per il simbolismo dell’ermellino, che allude alla purezza e all’onore. La precisione anatomica, il trattamento della luce e l’espressività del soggetto riflettono l’interesse di Leonardo per lo studio del movimento e dell’espressione umana, nonché la sua incessante ricerca della perfezione artistica.

Queste opere, emblematiche del periodo milanese di Leonardo, illustrano la fusione tra arte, scienza e natura che caratterizza tutto il suo operato. Attraverso il Cenacolo e la Dama con l’ermellino, Leonardo non solo esprime la sua visione artistica ma anche la sua profonda comprensione della psicologia umana e della realtà naturale, testimoniando la sua eccezionale capacità di osservazione e il suo innovativo approccio alla pittura.

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Massimo Chioni