Il quartiere cinese: la Chinatown di Milano
Come molte metropoli, anche la principale città della Lombardia vanta un quartiere conosciuto come Chinatown. Questa zona, sita nel cuore di Milano, è riconosciuta per la forte presenza della comunità cinese e per gli esercizi commerciali che riflettono le loro tradizioni. Via Paolo Sarpi e le sue adiacenze, precedentemente conosciute come il Borgo degli Ortolani, rappresentano il nucleo di questa Chinatown milanese. Esploriamo le origini e l’evoluzione di questo particolare distretto di Milano, tenendo conto anche delle sue antiche radici e del fenomeno della gentrificazione.
Da Borgo degli ortolani a Chinatown
Prima che la nota via Paolo Sarpi di Milano acquisisse la denominazione di Chinatown, era conosciuta come Borgo degli Ortolani, o in milanese anche Borgh di scigulatt, legato ai produttori di cipolle. Nel periodo iniziale del ventesimo secolo, questa area vantava una serie di cascine dedite alla produzione di ortaggi, trovandosi ancora in un contesto rurale. Tuttavia, è stato durante gli anni ’20 che una significativa ondata migratoria ha portato a Milano molte persone provenienti dalla regione dello Zhejiang, conosciuta per la sua industria serica. Già nel periodo del regime fascista, l’area compresa tra via Sarpi e via Luigi Canonica era riconosciuta come il fulcro della comunità cinese.
Il quartiere intorno a via Canonica è testimone delle prime iniziative commerciali, con l’apertura di molteplici botteghe e laboratori specializzati nella lavorazione della seta, in particolar modo focalizzati sulla produzione di cravatte. Questa scelta era anche influenzata dalle industrie tessili presenti nella zona comasca. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’industria si sposta verso la lavorazione della pelle, in particolare per la produzione di cinture destinate ai militari sia italiani che tedeschi, mantenendo però una prospettiva di vendita all’ingrosso concentrata su abbigliamento e articoli in pelle.
Solo alla fine degli anni ’90, il quartiere vive una svolta: diventa un centro nevralgico per la comunità cinese dell’intera regione, ampliando la gamma di negozi a farmacie, erboristerie e librerie per soddisfare le necessità specifiche della comunità.
L’ingresso del nuovo millennio vede un’ulteriore diversificazione delle attività: emergono negozi specializzati in moda, tecnologia, ottica, telefonia, e servizi vari, da riparazioni di elettronica a servizi per immigrati, saloni di bellezza, locali karaoke e agenzie di viaggio. La crescita del commercio al dettaglio gestito dai cinesi ha spinto molti commercianti italiani ad abbandonare l’area, in alcuni casi incentivati da offerte economiche di acquisto vantaggiose.
Questo ha portato a un consolidamento della presenza cinese lungo via Sarpi e nelle zone circostanti, tra cui il quartiere Canonica-Sarpi-Bramante.