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Vivere Milano

Giorgio Strehler: icona immortale del teatro

  • Gennaio 25, 2024
  • 8 min read
Giorgio Strehler: icona immortale del teatro

Giorgio Strehler, un nome che riecheggia tra le strade e i teatri di Milano, è una figura che ha lasciato un segno indelebile nella cultura della città. Nato a Trieste nel 1921, la sua vita è stata un incrocio di culture e lingue, riflettendosi nella sua arte eclettica e profondamente influente. Trasferitosi a Milano dopo la prematura perdita del padre, Strehler ha trovato nel teatro non solo una passione ma una vocazione, iscrivendosi all’Accademia dei Filodrammatici e diplomandosi nel 1940.

La fondazione del Piccolo Teatro di Milano nel 1947 segna l’inizio di una nuova era nel teatro italiano, con Strehler al timone. Questo teatro, il primo teatro pubblico permanente in Italia, diventa un fulcro di innovazione e un simbolo della ricostruzione culturale del dopoguerra. La visione artistica di Strehler, che coniuga impegno politico e ricerca estetica, lo rende una figura chiave nella scena culturale di Milano e oltre.

Il suo impegno nel teatro ha coinciso con una breve ma significativa incursione nella politica, dimostrando il suo desiderio di influenzare la società non solo attraverso l’arte ma anche attraverso l’azione civile. Il centenario della sua nascita è stato celebrato in tutta Milano con eventi e iniziative che hanno riaffermato la sua importanza non solo come regista teatrale, ma come vero pilastro della cultura italiana.

La vita di Giorgio Strehler

Giorgio Strehler, cresciuto nell’eterogeneo ambiente culturale di Barcola, un piccolo paese vicino a Trieste, ha vissuto fin dalla tenera età un mix di culture e lingue che hanno influenzato profondamente la sua visione artistica. La perdita del padre a soli sette anni e il conseguente trasferimento a Milano con la madre, una violinista di fama internazionale, hanno aperto per lui le porte di un mondo nuovo, dove l’arte e la musica divennero rifugi e ispirazioni.

L’esperienza di assistere alla messa in scena dell’opera di Carlo Goldoni “Una delle ultime sere di Carnovale” fu un punto di svolta nella vita di Strehler, scatenando una passione per il teatro che lo avrebbe guidato per il resto della sua vita. La sua formazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, dove ottenne il diploma nel 1940, fu fondamentale nello sviluppo delle sue capacità artistiche e della sua visione teatrale.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale, Strehler trovò rifugio in Svizzera, dove, insieme a personalità come Dino Risi e Franco Brusati, fondò un Cineclub. Questo periodo di esilio forzato non solo ha offerto a Strehler un’opportunità di crescita personale e artistica, ma ha anche contribuito a formare la sua visione internazionale dell’arte e del teatro, che successivamente avrebbe portato sulle scene milanesi e italiane.

Questi anni formativi di Strehler sono caratterizzati da una continua ricerca e sperimentazione artistica, fondendo le diverse influenze culturali e linguistiche nella creazione di un teatro innovativo e rivoluzionario.

Il Piccolo Teatro di Milano: una rivoluzione culturale

Il 1947 segna un capitolo fondamentale nella storia del teatro italiano con la fondazione, da parte di Giorgio Strehler, di uno dei più importanti teatri pubblici: il Piccolo Teatro di Milano. Questa istituzione non è solo un teatro, ma un simbolo di rinnovamento culturale e sociale nel panorama artistico del dopoguerra. Creata in collaborazione con Nina Vinchi e Paolo Grassi, il Piccolo Teatro si è affermato come un luogo di sperimentazione, innovazione e accessibilità, ponendosi all’avanguardia nella democratizzazione dell’arte teatrale.

La visione di Strehler per il Piccolo Teatro era chiara: rendere l’arte teatrale accessibile a tutti, superando le barriere sociali ed economiche. Questo approccio rivoluzionario ha introdotto un nuovo modo di fare teatro in Italia, caratterizzato da un forte impegno civile e culturale. Strehler, attraverso le sue regie, ha esplorato temi di rilevanza sociale e politica, portando in scena classici reinterpretati e opere contemporanee che dialogavano direttamente con il pubblico e la realtà del tempo.

Una delle produzioni più emblematiche del Piccolo Teatro è stata “El nost Milan” di Carlo Bertolazzi, messa in scena nel 1955. Quest’opera ha rappresentato non solo un successo teatrale, ma anche un momento di riflessione sulla Milano postbellica, contribuendo a definire l’identità culturale della città. L’impegno di Strehler per un teatro di qualità, profondamente radicato nel tessuto sociale e culturale di Milano, ha lasciato un’eredità duratura, facendo del Piccolo Teatro un punto di riferimento nel mondo dell’arte.

L’innovazione e la qualità delle produzioni del Piccolo Teatro, sotto la guida di Strehler, hanno attirato l’attenzione a livello nazionale e internazionale, consolidando il ruolo di Milano come capitale del teatro italiano e luogo di incontro per artisti e intellettuali di tutto il mondo.

Strehler e la politica: un breve ma significativo percorso

L’impegno di Giorgio Strehler non si limitò ai confini del palcoscenico; la sua voce trovò eco anche nel panorama politico. Negli anni ’80, Strehler decise di entrare attivamente in politica, unendo il suo interesse per l’arte con un’aspirazione a influenzare la società su una scala più ampia. Eletto come Parlamentare Europeo nel 1983 per il Partito Socialista Italiano e successivamente come Senatore della Sinistra Indipendente, Strehler portò nel mondo politico la stessa passione e visione che aveva contraddistinto la sua carriera teatrale.

Questa incursione nella politica non fu lunga, ma significativa, poiché rifletteva il suo profondo impegno verso i temi sociali e culturali, e la sua convinzione che l’arte e la politica potessero interagire per creare un impatto positivo sulla società. Il suo lavoro politico si concentro principalmente su questioni legate alla cultura e all’educazione, dimostrando come il suo approccio rivoluzionario nel teatro potesse essere applicato anche in un contesto più ampio.

La scelta di Strehler di impegnarsi in politica fu un ulteriore esempio del suo desiderio di lasciare un’eredità duratura, non solo attraverso la sua arte, ma anche attraverso il suo contributo alla vita pubblica e culturale italiana. La sua visione unica ha continuato ad ispirare artisti e pensatori, dimostrando come l’arte possa essere uno strumento potente di cambiamento e di espressione politica.

Giorgio Strehler, un pioniere del teatro italiano

Giorgio Strehler non fu solo un pioniere del teatro italiano del dopoguerra, ma anche un influente innovatore nel teatro moderno. Le sue regie sono state caratterizzate da un approccio rivoluzionario che mescolava tradizione e modernità, portando sul palcoscenico rappresentazioni uniche e memorabili. Tra queste, la sua interpretazione di “Arlecchino servitore di due padroni” del 1955 e “Le baruffe chiozzotte” del 1966, rimangono tra le più iconiche, testimoniando la sua capacità di rivitalizzare classici con una fresca prospettiva contemporanea.

Strehler non si limitò a mettere in scena opere italiane; la sua visione artistica abbracciò autori internazionali come Shakespeare, Goldoni e Brecht, dimostrando un’eccezionale capacità di navigare tra diverse tradizioni teatrali. La sua arte non era soltanto uno spettacolo, ma un dialogo profondo con il pubblico, attraverso cui esplorava temi universali come la giustizia, l’amore, il potere e la condizione umana.

La sua eredità si estende oltre le produzioni che ha diretto; Strehler ha lasciato un segno indelebile nella formazione di intere generazioni di attori e registi. Le sue tecniche e la sua filosofia teatrale continuano a influenzare il teatro contemporaneo, dimostrando che la sua visione era non solo innovativa per il suo tempo, ma anche profondamente attuale.

Il contributo di Strehler al mondo del teatro è un esempio di come l’arte possa trascendere il tempo e lo spazio, lasciando un’eredità che continua a ispirare e influenzare gli artisti di oggi e di domani.

Il ricordo di Giorgio Strehler vive nella memoria collettiva

Le celebrazioni e gli omaggi a Giorgio Strehler, particolarmente intensi nel centenario della sua nascita, evidenziano l’ampia portata del suo impatto nell’arte contemporanea. Le iniziative che hanno avuto luogo a Milano e altrove non sono solo un tributo alla sua figura, ma anche una testimonianza dell’influenza duratura delle sue idee e del suo stile nel mondo del teatro e oltre.

Attraverso mostre, spettacoli, pubblicazioni e documentari, la ricchezza e la diversità del contributo di Strehler alla cultura sono state messe in luce, offrendo nuove prospettive sul suo lavoro e sulla sua eredità. Le sue interpretazioni uniche e le regie innovative continuano a essere un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei, dimostrando come il suo lavoro sia rimasto rilevante e stimolante anche a distanza di anni.

La figura di Strehler, inoltre, è stata celebrata attraverso aneddoti personali e ricordi condivisi da coloro che hanno lavorato con lui, evidenziando l’impatto personale e professionale che ha avuto sulle vite di molti. Questi racconti offrono uno sguardo intimo e profondo su un uomo che non era solo un regista, ma un vero maestro dell’arte teatrale.

Il ricordo di Strehler vive nella memoria collettiva e nelle pratiche artistiche contemporanee, a riprova del fatto che la sua arte, la sua visione e la sua passione hanno trascorso i confini del tempo, affermandosi come un’eredità immortale nel mondo dell’arte.

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Massimo Chioni