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Computazione ottica: il chip fotonico del Politecnico di Milano è la rivoluzione

  • Novembre 30, 2023
  • 6 min read
Computazione ottica: il chip fotonico del Politecnico di Milano è la rivoluzione

Il recente sviluppo tecnologico del Politecnico di Milano, che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica internazionale, segna un passo significativo nel campo della computazione ottica. Pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Photonics, questo studio ha portato alla realizzazione di un chip fotonic capace di utilizzare la luce per eseguire calcoli matematici. Questa ricerca, condotta in collaborazione con istituzioni di fama mondiale come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Glasgow e la Stanford University, svela un nuovo orizzonte nella computazione, superando gli ostacoli tradizionali dei sistemi wireless ottici.

I chip fotonici, innovativi per la loro capacità di “fare i conti con la luce“, rappresentano una svolta nell’efficienza energetica e nella velocità di elaborazione. Francesco Morichetti, Responsabile del Photonic Devices Lab del Politecnico di Milano, ha sottolineato la rapida ed efficiente capacità di calcolo di questi dispositivi, che riescono a manipolare i fasci ottici tramite semplici operazioni algebriche. Andrea Melloni, Direttore di Polifab, ha aggiunto che questi chip indicano un ritorno alle tecnologie analogiche, cruciali per i futuri sistemi di interconnessione wireless 5G e 6G.

L’impatto di questa innovazione si estende ben oltre il wireless, influenzando settori come l’intelligenza artificiale, il computing ad alte prestazioni (HPC), e addirittura la crittografia e i computer quantistici. Marc Sorel, Docente di Elettronica dell’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna, evidenzia l’importanza del calcolo analogico realizzato con questi processori ottici in una vasta gamma di applicazioni​.

La collaborazione internazionale e l’importanza della pubblicazione su Nature Photonics

Questo significativo traguardo nel campo della computazione ottica è il risultato di una collaborazione internazionale che ha unito diverse istituzioni di alto profilo. Il lavoro congiunto del Politecnico di Milano e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme a contributi fondamentali dell’Università di Glasgow e della Stanford University, ha creato un’intersezione feconda tra ricerca accademica e innovazione tecnologica. La pubblicazione di questo studio su Nature Photonics, una rivista di prestigio nel campo della scienza fotonica, non solo conferma l’importanza e l’originalità del lavoro svolto ma pone anche l’Italia e il suo sistema universitario al centro dell’attenzione della comunità scientifica internazionale.

Il riconoscimento ottenuto da Nature Photonics è significativo: si tratta di una piattaforma che evidenzia ricerche all’avanguardia e innovazioni rivoluzionarie nel settore. Questa pubblicazione non solo sottolinea l’eccellenza e la qualità della ricerca italiana ma apre anche nuove prospettive e opportunità di collaborazione a livello globale. La capacità di coniugare competenze diverse e di operare in un contesto internazionale conferisce a questo progetto una dimensione globale, fondamentale nell’era della globalizzazione e dell’interdipendenza tecnologica.

Inoltre, la pubblicazione di questi risultati in una rivista di tale calibro testimonia la rilevanza e l’urgenza delle sfide che la tecnologia moderna sta affrontando. Con l’accelerazione del progresso tecnologico e l’aumento esponenziale dei dati da elaborare, soluzioni innovative come i chip fotonici sviluppati da queste istituzioni rappresentano pietre miliari verso un futuro in cui la computazione sarà sempre più integrata, veloce e sostenibile dal punto di vista energetico. Questa ricerca, quindi, non è solo un successo accademico ma è anche un passo avanti verso le soluzioni di domani, indispensabili per affrontare le sfide del nostro tempo.

Impatto e applicazioni del chip fotonico nel wireless e in altri settori

Il chip fotonico sviluppato dal Politecnico di Milano apre nuove frontiere non solo nel campo del wireless, ma in una vasta gamma di settori tecnologici. La sua capacità di elaborare dati tramite la luce con estrema efficienza energetica e a velocità elevatissime lo rende una soluzione rivoluzionaria per i problemi di elaborazione dati nell’era digitale. In particolare, nel settore wireless, questi chip potrebbero superare gli ostacoli tradizionalmente associati alla trasmissione ottica, come la sensibilità della luce agli ostacoli e la distorsione dei dati.

Nel contesto del wireless, questi dispositivi agiscono come ricetrasmittenti intelligenti, capaci di calcolare autonomamente la forma ottimale di un fascio di luce per massimizzare l’efficienza della trasmissione in un ambiente variabile. Questo aspetto è particolarmente importante per i sistemi wireless di nuova generazione, come il 5G e il 6G, dove la capacità di trasmissione e l’efficienza energetica sono critici. Inoltre, la capacità dei chip di generare simultaneamente fasci sovrapposti senza interferenze apre nuove possibilità per aumentare notevolmente la capacità di trasmissione dei dati.

Oltre al wireless, l’impatto di questa tecnologia si estende a settori come l’intelligenza artificiale (AI), l’high-performance computing (HPC), e la crittografia, dove la necessità di elaborare grandi volumi di dati ad altissima velocità è sempre più pressante. In questi campi, l’efficienza e la velocità dei chip fotonici offrono un vantaggio significativo rispetto ai metodi di elaborazione tradizionali. Inoltre, queste innovazioni potrebbero avere un impatto notevole sui sistemi avanzati di localizzazione, posizionamento e sensoristica, oltre che su potenziali applicazioni nel campo dei computer quantistici.

Computazione: Verso un Nuovo Paradigma Tecnologico

L’introduzione dei chip fotonici del Politecnico di Milano segna una svolta nell’evoluzione della computazione, proiettando il settore verso un nuovo paradigma tecnologico. Questi dispositivi rappresentano non solo un’avanzata tecnica di elaborazione dei dati, ma anche un modello per il futuro dell’informatica, in cui efficienza energetica e velocità di elaborazione giocano un ruolo cruciale. In un mondo dove il volume di dati da processare cresce esponenzialmente, la capacità di questi chip di eseguire calcoli complessi con minimo dispendio energetico è di vitale importanza.

La ricerca condotta dal Politecnico di Milano e dai suoi partner internazionali suggerisce un ritorno alle tecnologie analogiche, che, insieme ai coprocessori analogici, saranno fondamentali per lo sviluppo dei sistemi di interconnessione wireless 5G e 6G. Questa transizione da un modello di elaborazione prevalentemente digitale a uno che integra le tecnologie analogiche potrebbe portare a un’efficienza senza precedenti nei sistemi di comunicazione del futuro.

Il chip fotonico si colloca al centro di questo cambiamento, fungendo da catalizzatori per un’innovazione più ampia nel campo dell’elaborazione dei dati. La loro applicazione non si limita alla sola trasmissione di dati: la loro versatilità li rende adatti per una vasta gamma di usi, dall’accelerazione di sistemi neuromorfici nell’intelligenza artificiale, al supporto di computer quantistici e crittografia avanzata, fino all’impiego in sistemi avanzati di sensoristica e localizzazione.

L’innovazione portata dal Politecnico di Milano con i suoi chip fotonici non è solo un traguardo significativo nel campo della scienza e della tecnologia, ma anche un segno promettente per il futuro della computazione. Questa ricerca apre le porte a nuove possibilità e sfide, spingendo i confini di ciò che è possibile realizzare con la tecnologia moderna e guidando l’umanità verso un futuro in cui la potenza di calcolo e l’efficienza energetica vanno di pari passo.

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Massimo Chioni