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GPP – Green Public Procurement a Milano: come prepararsi alle nuove regole sugli appalti verdi

  • Novembre 26, 2025
  • 7 min read
GPP – Green Public Procurement a Milano: come prepararsi alle nuove regole sugli appalti verdi

Nel contesto urbano e operativo di una città come Milano, la gestione degli appalti pubblici assume un ruolo cruciale non solo sul piano economico ma anche su quello ambientale. Il concetto di Green Public Procurement (GPP) — ovvero l’integrazione dei criteri ambientali nelle procedure di acquisto pubblico — sta diventando sempre più centrale nella governance cittadina, nelle gare per lavori, forniture e servizi. Oggi le imprese, i professionisti della progettazione e le pubbliche amministrazioni devono essere pronti ad adeguarsi alle nuove regole, e Milano non fa eccezione.

La tematica del Green Public Procurement a Milano

Cosa significa Green Public Procurement

Il termine Green Public Procurement si riferisce alla capacità delle amministrazioni pubbliche di scegliere beni, servizi o lavori che hanno un minore impatto ambientale rispetto a opzioni alternative equivalenti, lungo tutto il ciclo di vita: dalla produzione allo smaltimento. In Italia, l’introduzione obbligatoria dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle gare pubbliche ha segnato un passaggio decisionale: non si tratta più solo di volontà, ma di vincolo normativo.
Per Milano e l’area metropolitana, l’adozione del GPP significa che ogni acquisto pubblico — edifici, forniture, lavori infrastrutturali – deve tener conto della sostenibilità: riduzione di emissioni, consumo efficiente delle risorse, economia circolare, gestione rifiuti, tecnologie green. Il documento “Politica GPP” della Città Metropolitana di Milano lo evidenzia chiaramente: l’obiettivo è far sì che la leva degli acquisti pubblici svolga una funzione di stimolo verso modelli produttivi più sostenibili.

Il quadro normativo e gli strumenti operativi

In Italia, il Green Public Procurement è sostenuto da un insieme di norme: il Decreto Legislativo 50/2016 (e successivo D.Lgs. 36/2023) contiene l’obbligo per le stazioni appaltanti di applicare i CAM. Il documento governativo “Contesto Normativo | Green Public Procurement (GPP)” lo spiega in modo chiaro.
A livello locale, la Città Metropolitana di Milano ha predisposto un Piano di Azione dedicato al GPP, che identifica azioni quali la formazione del personale, la sensibilizzazione dei fornitori, la definizione di criteri standard per i bandi, il monitoraggio.
Il passaggio dal principio alla pratica richiede una capacità gestionale: conoscere i CAM applicabili (che variano per categoria merceologica), definire capitolati che includano requisiti ambientali, valutare offerte anche in base a criteri sostenibili, monitorare l’esecuzione e documentare la conformità ambientale.

Perché è importante per Milano

Milano, come grande centro urbano, affronta pressioni ambientali e sociali elevate: qualità dell’aria, consumo di suolo, traffico, infrastrutture pubbliche in evoluzione. Integrare il GPP significa:

  • dare concretezza agli impegni di transizione ecologica, economia circolare e decarbonizzazione;
  • generare un effetto moltiplicatore sul mercato locale: se la Pubblica Amministrazione richiede standard elevati, le imprese si adeguano e il sistema produttivo “verde” si rafforza;
  • ridurre rischi e costi: una scelta ambientale può tradursi in risparmio energetico, minori rifiuti, migliore reputazione, accesso a finanziamenti pubblici legati a sostenibilità e PNRR.

Il recente report dell’Osservatorio Appalti Verdi segnala che nelle città metropolitane il tasso medio di applicazione del GPP è pari al 79%. Questo dimostra un buon livello di diffusione, ma anche margini di miglioramento soprattutto sul piano della formazione e della capacità tecnica. In particolare, la mancanza di formazione del personale e la difficoltà nella stesura dei bandi sono segnalate come ostacoli sistemici.

Quali sono le sfide operative

Anche con un quadro normativo definito, l’implementazione pratica del GPP presenta sfide concrete. Tra queste:

  • la complessità tecnica della definizione dei requisiti ambientali: servono competenze specifiche per modulare capitolati che non violino i principi di concorrenza e trasparenza, ma che includano requisiti ambientali rilevanti e verificabili.
  • la variabilità delle categorie merceologiche: ogni settore (edilizia, servizi, forniture, infrastrutture) ha CAM specifici e condizioni operative diverse. Occorre adattare processi, modelli di gare e criteri di aggiudicazione.
  • la disponibilità del mercato: in alcune categorie può non esserci un numero sufficiente di operatori che rispondano ai requisiti ambientali richiesti, con possibile rischio di limitare la concorrenza.
  • la misurazione e il monitoraggio: applicare il GPP richiede strumenti gestionali di raccolta dati, indicatori, verifiche in fase di esecuzione, tracciamento dei risultati ambientali.
  • la cultura organizzativa: per molte stazioni appaltanti il cambio di paradigma richiede formazione, sensibilizzazione, creazione di figure dedicate al GPP, dialogo con il mercato e fornitori.

Quali opportunità concrete per imprese e professionisti

Per imprese, progettisti, tecnici e consulenti operanti a Milano l’adozione del GPP rappresenta un’opportunità. Ad esempio:

  • imprese che si posizionano come “verdi” nei bandi (rispondendo ai requisiti CAM, presentando dichiarazioni EPD, offrendo materiali e tecnologie sostenibili) possono ottenere un vantaggio competitivo.
  • professionisti con competenze dedicate al GPP diventano risorse strategiche per le stazioni appaltanti o per le imprese che partecipano ai bandi: consulenti ambientali, esperti di ciclo di vita (LCA), responsabili gare pubbliche con focus green, verificatori dei requisiti ambientali.
  • il mercato dell’edilizia, degli appalti, dei servizi pubblici si sta spostando verso la domanda “verde”: investimenti in energia rinnovabile, materiali a basso impatto, digitalizzazione del cantiere, certificazioni ambientali. In un contesto come Milano, che sta rinnovando infrastrutture e attuando strategie di rigenerazione urbana, questa tendenza è forte.
  • le amministrazioni che applicano bene il GPP possono ottenere economiche ricadute positive (minore consumo, migliore efficienza) e ambientali (meno emissioni, migliore qualità ambientale urbana), con ripercussioni anche sociali positive.

Le prime mosse per prepararsi

Chi opera nel contesto di Milano o nel territorio lombardo – sia come fornitore che come partner della pubblica amministrazione – dovrebbe considerare un percorso strutturato:

  1. acquisire una mappatura normativa aggiornata: conoscere i CAM vigenti per le categorie merceologiche rilevanti, la normativa europea e nazionale di riferimento.
  2. sviluppare internamente o con supporto esterno una capability di GPP: capire come integrare requisiti ambientali nei capitolati, valutare le offerte, progettare per la sostenibilità.
  3. valutare il mercato dei fornitori: verificare quali operatori sono già in grado di rispondere ai requisiti ambientali, individuare gap e potenziali partner.
  4. attivare un monitoraggio e rendicontazione: definire indicatori ambientali da seguire, raccogliere dati, assicurarne la verifica durante l’esecuzione dell’appalto.
  5. promuovere formazione e aggiornamento: perché, come emerge anche dal report dell’Osservatorio Appalti Verdi, la formazione è uno degli elementi che facilita l’adozione del GPP.

In sintesi, la prima metà del cammino del Green Public Procurement a Milano richiede una trasformazione operativa, culturale e tecnica. Ma la direzione è chiara: chi saprà interpretare e governare questi cambiamenti si troverà in posizione di vantaggio.

Buoni motivi per seguire il corso di Dirextra e come si inserisce nella strategia

L’adesione al Green Public Procurement non può basarsi solo sull’intenzione. Serve competenza specialistica. È qui che entra in gioco l’offerta formativa di Dirextra, con il Corso Green Public Procurement e Cantieri a Emissioni Zero.

Il percorso formativo è fruito come videocorso della durata di 12 ore, destinato a professionisti coinvolti nella progettazione, gestione e affidamento di opere, sia pubbliche che private.
Gli elementi distintivi:

  • un aggiornamento normativo completo: vengono affrontati il Green Deal Europeo, il pacchetto Fit for 55, i CAM, la direttiva 2014/24/UE e la proposta di revisione della direttiva sugli appalti pubblici.
  • un focus concreto su gestione sostenibile del cantiere: cantieri a emissioni zero, analisi del ciclo di vita (LCA), standard ambientali.
  • la dimensione innovativa e digitale: trattare materiali sostenibili, tecnologie smart, strumenti digitali per la gestione del cantiere e degli appalti pubblici verdi (GPP).
  • rilascio di attestato “Mini Master Cantiere Zero: Strategie Tecniche e Normative per Appalti a Ridotto Impatto Ambientale” al termine.
  • modalità flessibile: videoconferenza live o videoregistrazione accessibile per tre mesi, utile per professionisti a Milano (e non solo) che desiderano conciliare formazione e impegni lavorativi.
    In pratica, attraverso questo corso è possibile acquisire le competenze chiave per affrontare un approccio operativo al GPP in ambito edilizia/appalti, integrando sostenibilità, regolazione e gestione digitale del processo.

Maggiori informazioni sul sito https://www.dirextraaltaformazione.com/

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Massimo Chioni