Come installare un impianto fotovoltaico in una zona tutelata dai vincoli paesaggistici
In Italia i tetti non sono solo coperture: sono frammenti di memoria. Coppi consumati dal tempo, campanili che svettano tra le case, come sentinelle di pietra. In questo scenario, inserire un impianto fotovoltaico non è mai una decisione semplice. Anzi, può diventare un vero rompicapo, soprattutto quando si ha a che fare con centro storici sottoposti a vincoli paesaggistici. Qui non si tratta solo di moduli, cavi e inverter: qui entra in gioco il paesaggio, con tutto il suo peso culturale.
Il punto è chiaro: se non ci sono vincoli, l’impianto può essere installato anche senza permessi particolari, purché integrato nel tetto. Ma se invece ci si trova in una zona tutelata, il discorso cambia. E parecchio. In questi casi serve un’autorizzazione, e non basta dire “lo faccio per l’ambiente”. Serve un progetto che sappia convincere anche chi, per mestiere, protegge l’identità estetica del luogo. Alcune richieste vengono bocciate, anche se tecnicamente perfette, solo perché stonano con il contesto. È lì che si gioca la partita: non sulla potenza dei pannelli, ma sulla loro capacità di parlare lo stesso linguaggio del paesaggio.
Ogni installazione va valutata tenendo conto del materiale di copertura esistente, della forma del tetto, della colorazione dominante e della prospettiva visiva dai principali punti di osservazione. Non basta nascondere l’impianto: bisogna renderlo coerente con l’identità dell’edificio. Negli ultimi anni, alcune Regioni hanno emanato linee guida per favorire l’uso di pannelli “mimetici” e incentivare la produzione da fonti rinnovabili anche nei contesti storici, purché senza stravolgere l’immagine del paesaggio. In alcuni casi, è perfino stato stabilito che il diniego di autorizzazione debba essere motivato in modo approfondito, a tutela del principio costituzionale della transizione ecologica.
Le alternative ai pannelli tradizionali: colore e integrazione
Per molto tempo, il fotovoltaico è stato sinonimo di pannelli neri, lucidi, visibili a chilometri di distanza. Ma oggi, le tecnologie si sono evolute, e con esse anche le possibilità estetiche. In un ambito paesaggisticamente sensibile, esistono soluzioni progettate appositamente per mimetizzarsi. È il caso dei pannelli fotovoltaici colorati, disponibili in diverse tinte, tra cui il celebre rosso RAL 8004, che richiama il colore dei coppi tradizionali italiani. Questi pannelli sono progettati con vetri pigmentati o trattamenti superficiali che ne modificano l’aspetto senza compromettere, in modo significativo, la resa energetica.
Si possono integrare direttamente nella copertura, a filo tetto, seguendo l’inclinazione delle falde, spesso senza bisogno di strutture metalliche a vista. Questo permette di rispettare le prescrizioni urbanistiche e, allo stesso tempo, di mantenere l’impianto completamente funzionante. Inoltre, l’utilizzo di cornici colorate e materiali opachi contribuisce a minimizzare i riflessi, altro aspetto critico in sede di valutazione paesaggistica.
Strategie per ottenere il via libera all’installazione
Se vuoi installare un impianto in zona vincolata, la parola d’ordine è una: progetto su misura. Niente modelli preconfezionati. Ogni edificio ha la sua storia, la sua posizione, le sue caratteristiche. Il primo passo è un sopralluogo tecnico accurato, con rilievo fotografico e studio della visibilità. Poi, serve un progetto dettagliato, con elaborati grafici, simulazioni fotorealistiche e una relazione paesaggistica che motivi ogni scelta.
Importante: scegli un tecnico esperto in beni vincolati. Non è solo questione di sapere dove mettere un pannello, ma di capire come dialogare con la Soprintendenza. Spesso, i progetti respinti sono quelli che sembrano troppo invasivi o poco curati nei dettagli estetici. Al contrario, una proposta ben argomentata, con un pannello mimetico e una posa integrata, ha molte più chance di essere approvata. In alcuni casi, il dialogo può portare a una soluzione condivisa, magari modificando leggermente il colore, la disposizione o il numero di moduli.
I pannelli fotovoltaici rossi: estetica e sostenibilità si incontrano
I pannelli fotovoltaici rossi rappresentano una scelta imprescindibile per chi vuole installare un impianto in un contesto vincolato. Il colore, studiato appositamente per imitare le tegole in laterizio, permette di armonizzare il modulo con tetti storici senza rinunciare all’efficienza energetica. La tonalità più usata è il RAL 8004, una sfumatura calda e opaca che si fonde perfettamente con i coppi antichi, senza creare contrasti visivi.
Questi pannelli sono progettati con vetro temperato pigmentato o con trattamenti superficiali avanzati che riducono l’assorbimento selettivo della luce solo in minima parte. La perdita di rendimento, quando presente, si aggira intorno al 5-10%, ma è ampiamente compensata dal vantaggio di poter installare l’impianto anche in aree altrimenti escluse, come centri storici o borghi tutelati. Inoltre, la struttura interna è spesso identica ai moduli standard: celle monocristalline ad alta efficienza, circuiti ottimizzati, sistemi di fissaggio nascosti.
Se si vuole fare una scelta di continuità con il paesaggio e, allo stesso tempo, contribuire alla transizione ecologica, il pannello rosso è la risposta più logica. Ed è proprio in questo campo che si distingue una realtà italiana d’eccellenza.
Duowatt: l’alleato ideale per l’integrazione paesaggistica
Tra le aziende che più hanno puntato sull’estetica sostenibile spicca Duowatt, specializzata nella produzione e installazione di pannelli fotovoltaici colorati, con una particolare attenzione per i contesti sottoposti a vincoli. Duowatt propone una linea di moduli rossi in RAL 8004, pensata espressamente per integrarsi nei tetti con coppi tradizionali. Questi pannelli non solo si presentano con una finitura opaca che annulla i riflessi, ma sono anche progettati con materiali ad alta durabilità, garantiti oltre 25 anni.
Un altro punto di forza è l’assistenza tecnica: Duowatt Srl accompagna il cliente in tutte le fasi, dalla progettazione alla richiesta delle autorizzazioni, fino alla posa in opera. In particolare, i moduli della linea rossa sono stati testati per rispondere ai requisiti delle soprintendenze, anche nei contesti più delicati come borghi medievali, ville storiche e paesi vincolati da piani regolatori paesaggistici. Il risultato è un prodotto che unisce rispetto del paesaggio e performance, senza compromessi.
Chi vuole installare un impianto fotovoltaico in un centro storico non può accontentarsi di un prodotto qualsiasi. Duowatt Srl ha compreso questa esigenza e ha trasformato un problema in una soluzione concreta e replicabile. Una scelta che è diventata punto di riferimento per progettisti, enti pubblici e privati cittadini sensibili alla bellezza del territorio.














